Dopo la mostra dedicata ai tesori del Bardo di Tunisi, museo teatro di un sanguinoso atto terroristico nel marzo del 2015, è ora la volta di Palmira, non solo vittima di distruzioni, ma teatro di violenze operate dal terrorismo fondamentalista.
Il carattere di Palmira, quale vivace crocevia di idee, aspirazioni, usi e costumi, di correnti formali e stilistiche locali, orientali, ma anche greche e romane, ha dato forma all’immagine che i suoi abitanti hanno voluto fare e lasciare di sé, consegnandola all’eternità attraverso i loro monumenti funerari. Fra i materiali maggiormente significativi dell’arte palmirena, i rilievi funerari rivestono un ruolo di grande importanza nell’affermazione della fama mondiale della città. Grazie alla diffusione di questi originali reperti, gli antichi cittadini di Palmira, “con i loro volti, i loro abiti e i loro gioielli”, per usare le parole del famoso archeologo francese Paul Veyne, sono diventati ora “cittadini del mondo”: la mostra vuole far conoscere al mondo contemporaneo gli antichi cittadini del mondo, indicandone mansioni e ruoli. Un esempio di questa forte individualità è la raffinata testa proveniente dai Musei Vaticani, in cui la mansione di sacerdote è riconoscibile dal copricapo tronco-conico (modius) considerato proprio dei sacerdoti di Bel, o la testa che arriva dalla Custodia di Terra Santa ornata da una corona di foglie e bacche di alloro fissata da un medaglione. Anche commercianti o funzionari della pubblica amministrazione saranno presenti nelle sale del Museo Nazionale Archeologico di Aquileia, appositamente riallestite, riconoscibili da un foglietto di papiro nella mano sinistra, come il rilievo del Salamallat da Gerusalemme o quello di Makkai da collezione privata. Senza parlare del celebre universo femminile di Palmira – di cui l’illuminata regina Zenobia, colei che osò sfidare l’autorità di Roma marciando sulla capitale dell’Impero, non è che l’epigona – benissimo rappresentato nella mostra da cinque dame elegantemente vestite e acconciate. Come Charles Baudelaire, che magnificò nel suo poema “I fiori del Male” i gioielli di Palmira, il visitatore della mostra non potrà che rimanere incantato davanti all’originalità e alla ricchezza degli ornamenti delle donne palmirene, abituate a sfoggiare più bracciali simultaneamente, fibulae e diademi, e anelli su tutte le parte delle dita, come nel magnifico rilievo dal Museo Barracco, dove il monile è indossato sulla falangina del mignolo sinistro. Altrettanto curioso è il pendente dello stesso rilievo, un gioiello a forma di campana agganciato a un bracciale a torciglione, un amuleto diffuso in tutta la Siria romana.
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Dal 2 luglio al 3 ottobre 2017
Museo Archeologico Nazionale di Aquileia
Aquileia (Udine)
Orario:
da martedì a domenica
8.30 – 19.30
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