In queste festività, come in altre festose occasioni, sarebbe bello astenervi dal solito sterminio di conigli e quaglie, magari evitate la polenta con gli osei (uccellini) e fatela con i broccoli o tuttalpiù con le salsicce, ma lasciamo che le lepri scorrazzino tra boschi e prati, liberi di sfuggire se è possibile alla crudele catena alimentare, per il naturale equilibrio della natura.
Non macchiatevi di questa autentica barbarie, lasciate naturalmente il compito a lupi e falchi, risparmiate questi animaletti dal simpatico musetto, ormai quasi candidati a essere equiparati a quelli domestici.
Magari come animali domestici potrebbero essere impegnativi e soffrire l’isolamento in una abitazione, ma sicuramente sono degli ottimi terapeuti nella pet therapy.
Se per caso il divorare conigli e quaglie o altri innocenti animaletti vi può distrarre dal molestare donne e bambini allora siete eccezionalmente autorizzati a compiere tale sterminio.
Uno sterminio che coinvolge, in osservanza delle tradizioni religiose delle tre fedi monoteistiche di Abramo, anche agnelli e capretti.
Certo, è meglio che si divori un coniglio in salmì che perpetrare una strage di bambini in stile Aleppo o Yemen, per conflitti e carestie conseguenti. Fate quello che volete in cucina, ma non prendete ad esempio Hannibal the Cannibal, perché, come teneva a sottolineare Paolo De Benedetti – il teologo della salvezza degli animali –, “siamo coocreature” per relazionarsi con ogni creatura è posto sullo stesso piano rispetto alla possibilità di salvezza eterna.