Ponte Rotto è uno fra i più anonimi monumenti di Roma, conosciuto anche come Pons Aemilius o Ponte Emilio – nella sua forma latina e italiana – è il più antico ponte in pietra di Roma inaugurato nel 174 d.C., sebbene un ponte ligneo fosse esistito sullo stesso sito fin dal 179 a.C. Oggetto di continue distruzioni e ricostruzioni, la sua metà orientale fu distrutta da un’inondazione nel 1598. Fu rimpiazzato dall’adiacente Ponte Palatino nel 1886.
Ore il Ponte Rotto non ha alcuna funzione e non rappresenta nulla. Non è segnalato da nessuna indicazione turistica e viene ignorato dalla maggior parte dei turisti; nonostante sia un’icona per molti abitanti, molti altri gli passano accanto con indifferenza. Questo contesto dà a Rewakowicz la possibilità di esplorare la dimensione umana del “paesaggio”: un genere definito dal suo contatto con gli esseri umani. In uno dei due film in mostra all’Istituto Polacco l’artista racconta la storia di persone la cui vita è legata al ponte, nonostante il ponte per loro non assolva il suo scopo originario.
Nel preparare un intervento su Ponte Rotto a Roma, Ana Rewakowicz coglie l’occasione di riflettere sul passato culturale della città e sul suo presente. Da dodici anni a questa parte l’artista lavora su oggetti gonfiabili e sulla loro relazione con l’architettura, il corpo e l’ambiente, producendo strutture temporanee che incoraggiano gli spettatori a interagire l’uno con l’altro e con ciò che li circonda. La mostra dell’artista all’Istituto Polacco induce – grazie a un’installazione, due film, e una serie di foto-disegni – a una riflessione sul legame tra Roma e il suo contesto. L’intero lavoro fa riferimento alla ricostruzione di Ponte Rotto, pianificata da tempo, tramite il completamento temporaneo degli archi mancanti. Analogamente al lavoro di Ana Rewakowicz intitolato Green Line Project (2006) – una ‘linea’ di 350 metri di materiale biodegradabile che si stendeva dall’isola di Lauttasaari fino ad Helsinki – il progetto di Ponte Rotto mira a un semplice intervento contemporaneo inserito in un paesaggio senza tempo. Nella Città Eterna un simile metodo operativo incontra un contesto particolare poiché ciò che è provvisorio si misura con l’antico.
La proposta di Ana Rewakowicz, di completare temporaneamente il ponte utilizzando materiale interamente riciclabile, induce a riflettere sulla convergenza di presente, passato e futuro in una cancellazione della distinzione tra “adesso”, “allora” e ciò che verrà. Questo allo scopo di creare un contesto che sottolinei la distruzione del ponte non quindi per mostrare la bellezza, ma per guidare lo spettatore verso ciò che è importante: cioè l’“adesso”, che non deve essere cercato in un’incessante sete di novità, ma può essere trovato nell’apertura a un contatto con un ambiente più vasto. Il temporaneo intervento di Rewakowicz sottolinea precisamente l’imperfezione del ponte e della città, che trova la sua contemporaneità nella quotidiana apertura al passato, rinnovato giornalmente attraverso la percezione dei suoi abitanti. Il progetto di Ponte Rotto è un intervento temporaneo che indaga su dove Roma possa posizionarsi in un mondo in rapida mutazione e in un contesto artistico globale. Mike Watson.
L’artista, in concomitanza con la mostra, terrà un laboratorio presso l’Istituto Polacco.
Il laboratorio è a cura di ALAgroup, la piattaforma di educazione e arte contemporanea fondata da Maria Rosa Sossai. www.alagroup.org
******************************
Ana Rewakowicz
Ponte rotto
Dal 4 novembre 2013 al 17 gennaio 2014
Roma
Istituto Polacco
via Vittoria Colonna 1
Orario:
dal lunedì al giovedì dalle 10.00 alle 17.00
venerdì su appuntamento
Ingresso:
libero
Sito web
******************************