Non più giovane ma neanche vecchio, mi accosto alle novità con la curiosità mia innata, ma anche con il disagio dell’alieno. A carnevale io e mia moglie siamo andati a una festa familiare, dove si ballava tutti: noi grandi, le figlie adolescenti (per conto loro) e anche i bambini: niente di strano, visto che per questi ultimi c’era più di una rete televisiva o web che trasmetteva in esclusiva baby-dance. Niente da stupirsi se imparano a muovere il culo e gli arti dai due anni in su, non appena conquistata la posizione eretta, per diventare più agili e armoniosi dei ballerini professionisti una volta adolescenti.
Questo mi porta a parlare di quanto sia ormai pervasiva la sessualizzazione della nostra cultura. Sapevo p.es. dell’esistenza delle chat e webchat lines, ma ignoravo che ce ne fosse anche una gratis e ho voluto curiosare. Diversamente da quelle più diffuse, questa linea garantisce un accesso realmente gratuito. Il segreto? Chi vuole affiliarsi deve avere solo una webcam e un buon collegamento ed esser maggiorenne, anche se forse qualcuno bara. Chi si esibisce e chatta con gli utenti collegati ama ricevere mancette (tips) e ogni gettone costa 10 centesimi di dollaro. Quando si raggiunge un certo importo si accontentano i desideri dell’utente collegato. Se poi qualcuno è più generoso, si va in camera privata, cioè la scena resta visibile solo per chi ha pagato. Ma prima di quel momento posso assicurare che si vede di tutto e di più: il dialogo è quasi pubblico e tutt’altro che esclusivo e non c’è limite alla fantasia sessuale. Chi sta davanti alla telecamera fa a mezzi con l’azienda e i pagamenti vengono liquidati con paypal o simili. Perché ne parlo? Perché c’è di tutto e di più: ragazze, gay, coppie, trans, amiche, signore sposate, addirittura persone anziane quanto coraggiose. Il porno è stato sdoganato a un punto tale che ormai ne tocchi la banale quotidianità. Quella che era nata come esibizione teatrale di professionisti è scaduta a dopolavoro per coppie esibizioniste o lavoretto per studentesse fuorisede. Se nessuno ti riconosce perché studi lontano dal paese (il che è da dimostrare), se hai tagliato i ponti col tuo ambiente, se vivi in un villaggio siberiano o in una favela sudamericana non te ne frega niente se per far soldi col sesso virtuale devi scherzare con sconosciuti e infilarti dentro arnesi finti. C’è chi va oltre: dopo gli scritti (la chat in tastiera) vengono.. gli orali. La puttanella colombiana tra un’esibizione e l’altra si fuma pure una sigaretta, mentre la studentessa rigorosamente con gli occhiali aspetta i “tips” per levarsi il reggiseno ma ha lasciato la radio accesa, e canticchia. La ragazzotta russa con gli occhi verdi chiama nel frattempo l’amica di rinforzo e per un attimo non parla quella specie di inglese che usa coi suoi fans, mentre i rumori di fondo comprendono giornali radio in russo, musica pop e sciacquoni di water. Nel frattempo una ragazza mostra i suoi tatuaggi, la casalinga sposata sculetta in cucina tra un fornello e l’altro e una ragazzona non bella si scatena col fidanzato o con due uomini insieme, uscendo spesso fuori campo. Negli accoppiamenti, l’aspetto più curioso è che soprattutto le donne non guardano quello che fanno, ma controllano lo schermo del video con la stessa attenzione per l’andamento dei titoli di Wall Street. Un occhio all’arnese, uno al salvadanaio, in modo da orientare l’audience o seguirne i desideri. Ognuna poi sceglie il proprio look o si muove a modo suo: più raffinate nelle movenze le asiatiche, un po’ meno le russe, anche se sanno bene come tirarsela con lo spettatore affezionato e generoso. Qualcuna tiene infilata dentro la vagina una specie di peretta da clistere. E’ un “lovense”, un vibratore con telecomando a distanza, ultimo ritrovato dell’elettronica sessuale. Capito? Chi paga può mandare scosse di diversa intensità e vibrazione e a ogni “ding” la ragazza si eccita o fa finta di farlo, mentre in calce alla scena vengono pubblicati in diretta i testi della chat di gruppo, che comprendono sia commenti da caserma cha sincere manifestazioni di affetto. In effetti alcune fanno proprio tenerezza e sono anche coraggiose. E se a condurre il gioco è una donna non bella o matura, per ogni “ding” l’espressione estatica è sincera. Anche gli ambienti sono i più svariati: la camera propria, un lettone popolato di peluche, la cucina, il camerino di un bordello, un ufficio, più raramente una piscina, dove naturalmente i vestiti durano poco. Libertà assoluta, visto che l’unico limite è l’età certificata per esibirsi: tutti maggiorenni, compresi quelli che ogni tanto entrano in scena si direbbe saltuariamente. Quando dico libertà significa che puoi anche vedere una donna legata come un salame dal partner sadomaso. Sganasciante poi una scena dove una ragazza forse russa o romena chatta mezza nuda con accanto addirittura la nonna, che segue le prodezze della nipote con lo sguardo di chi vede un film di fantascienza ma in fondo si diverte, salvo dover abbassare anche lei un reggiseno non proprio lingerie. Ma in democrazia tutti possono partecipare. A sentire le poche interviste con le ragazze, tutte sembra lo facciano per soldi, ma anche per esibizionismo. Ma è persino difficile ormai distinguere la puttana professionista dalla brava ragazza: tutte spigliate ma normali, non importa se accanto tengono giocattoli sessuali o loro stesse diventano giocattoli comandati a distanza: in fondo il gioco lo conducono loro. Lo fanno ora saltuariamente, ora ogni giorno come primo lavoro. Gli americani pragmaticamente chiamano tutti “sex workers”, la legge italiana, più idealistica, considera prostituzione anche quella senza contatto fisico. Ma la rete corre molto più veloce.