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Venezia: belle sorprese e grandi emozioni

Ho voluto dare il titolo a questo mio scritto, riprendendo una frase del Presidente il Palazzetto Bru Zane: Nicole Bru.

A Venezia, vicino la Basilica dei Frari nel sestiere di San Polo, ho scoperto l’esistenza del così detto Palazzetto. Un rigoglioso giardino alla francese separava il Palazzo dal vicino Palazzetto, in origine una biblioteca che oggi non esiste più. Nel 1682, Baldassarre Longhena famoso architetto del barocco veneziano, cui si devono tra le sue creazioni Ca’ Pesaro e Ca’ Rezzonico, terminò la ristrutturazione del Palazzo Zane voluta da Domenico Zane. Quest’ultimo, venuto a mancare (1672) prima che i lavori venissero ultimati, lasciò al nipote Marino Zane i suoi beni, una collezione di libri e di quadri. Fu proprio Marino che fece costruire il casino o palazzetto e la biblioteca per la conservazione delle collezioni dello zio. Da ora in poi, attraverso una serie di passaggi progettuali si arriverà ad ottenere gli stucchi di Abbondio Stazio, mentre la balaustra di legno risale alla bottega di Andrea Brustolon. Ultimamente sono stati attribuiti gli affreschi a Sebastiano Ricci. Il Palazzo, che è sotto la tutela del Ministero per i Beni e le Attività Culturali con interventi recenti della Soprintendenza per i Beni Architettonici e Paesaggistici di Venezia e Laguna, è stato restaurato ad opera della Fondazione Bru, che ha intrapreso i lavori nel 2007 al fine di ridare all’edificio lo spirito dell’epoca, creando allo stesso tempo un luogo dedicato alla musica, vocazione primigenia del Palazzo. Quelle parole (belle sorprese e grandi emozioni), calzano a ‘pennello’, perché nello scoprire questo delizioso nonché incantevole luogo, ho avuto una bella sorpresa e grandi emozioni. Venezia lo sappiamo tutti, l’ho scritto diverse volte e più volte ancora lo scriverò e ne parlerò, è luogo colmo di incantesimi e di magie. Non è così raro, infatti, scoprire ora un ‘campo’, ora un museo, ora uno scorcio, ora un Palazzo (per l’appunto) che emanino quell’aura tutta particolare che inebria fino allo stordimento. Nell’assistere alla presentazione al pubblico della stagione 2013 – 2014, ho scoperto l’attività veneziana del Palazzetto che propone una trentina di concerti, un ciclo di conferenze e attività per il pubblico dei più piccoli da settembre a maggio, tutta concentrata sulla musica e la cultura romantica attraverso gli incontri con gli artisti. Il progetto didattico destinato alle scuole elementari di Venezia ‘Romantici in erba’, mira alla sensibilizzazione dei più piccoli alla musica classica. Inoltre, vengono effettuate visite guidate gratuite, per la conoscenza di questo piccolo gioiello dell’architettura veneziana di fine Seicento, ogni giovedì pomeriggio. Quando pensate di venire a Venezia, guardate su internet tutta la programmazione del Palazzetto Bru Zane e nel partecipare ora a una conferenza, ora a una visita guidata, ora a un concerto non potrete esimervi dal dire: “proprio una bella sorpresa, una grande emozione”.

Felice scoperta.

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06 Musei Venezia Palazzetto Bru Zane Palazzetto Bru Zane

Venezia – San Polo

Informazioni:

tel. 041/5211005

http://www.bru-zane.com/?lang=it

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Leonardo in una particolare esposizione

In altri miei scritti ho invitato chi mi leggeva a visitare questa o quella mostra perché era un’occasione da non perdere. Ancora di più, in questa esposizione, è il caso di non tralasciare il consiglio. Si, certo, Leonardo da Vinci, le sue pitture, i suoi disegni, li conosciamo bene dal momento che siamo nel periodo de “l’opera d’arte nell’epoca della sua riproducibilità tecnica” di benjamiana memoria. Ma l’esposizione alle Gallerie dell’Accademia di Venezia, Leonardo da Vinci, l’uomo universale, va assolutisticamente vista.

Una delle tantissime ragioni e non certo l’ultima, è che questi fogli che contengono i disegni originali (anche se conosciuti) del genio toscano, escono dai caveau (almeno una parte di quelli esposti) dal Gabinetto dei Disegni e Stampe dell’Accademia, dopo trent’anni dall’ultima esposizione. Il motivo è che secondo i protocolli internazionali, i disegni più antichi e fragili, vanno custoditi ventiquattro ore su ventiquattro al buio più assoluto, in un ambiente dove l’umidità sia costante al cinquanta per cento e la temperatura dell’ambiente deve oscillare dai diciotto ai venti gradi centigradi. Ogni quattro o cinque anni possono essere esposti, ma certamente non oltre tre mesi, visto e considerato i danni che può provocare la luce. Ho visionato l’interessante mostra dove il disegno raffigurante l’Uomo vitruviano, nei suoi ventiquattro centimetri per trentaquattro la fa da padrone. Ma in questa mostra ci sono ben cinquantadue disegni che sono compresi nei venticinque fogli del fondo dell’Accademia.

A coronamento dei disegni di Leonardo, ce ne sono altri che arrivano dalla Royal Collection di Windsor, dal British Museum, profili di uomini dalla Biblioteca Reale di Torino. E ancora: armi e carri armati dal Louvre, cavalli e carri armati dagli Uffizi e dalla Galleria Nazionale di Parma infine da Oxford. In mostra c’è anche la sezione dedicata alla proporzione del corpo umano, del volto e molti disegni fronte-retro fino al foglio di proporzioni della testa con accanto i bozzetti della Battaglia di Anghiari in matita rossa.

C’è la sezione della botanica con il foglio dei fiori, progetti di studi geometrici, ritratti di uomini e di nuvole. Poi la stanza della Battaglia di Anghiari, disegni certo, perché il dipinto è andato perduto, con grovigli di uomini e cavalli. In ultimo le stanze dedicate alla Francia. Come afferma Giovanna Damiani in catalogo: “All’ampia rassegna grafica si affianca una selezionata scelta di volumi a stampa […] e una sezione […] con una trentina di disegni […], da Cesare da Sesto, Giovanni Agostino da Lodi, Francesco Melzi, Andrea Solario […]. Infine capolavori pittorici come La Tempesta di Giorgione e altri.

Il catalogo delle edizioni Giunti, dopo la presentazione della mostra, ospita un interessantissimo scritto di Annalisa Perissa Torrini sulla storia della raccolta grafica delle Gallerie dell’Accademia di Venezia, che firma (tra gli altri) anche lo scritto sulle caricature e ritratti Certe teste bizzarre, quello anche sulla Battaglia di Anghiari. Sempre nel catalogo, sono poi compresi, con ampie immagini fotografiche e riproduzione dei disegni, diversi scritti di studiosi che analizzano l’opera variegata di Leonardo.

Tra questi scritti è da sottolineare quello sugli studi del corpo umano di Paola Salvi e verso la fine del catalogo è presente l’interessante testimonianza di Maria Agnese Chiari Moretto Wiel: Leonardo nelle stampe: esempi di una vicenda singolare.

Insomma tanti scritti e tante riproduzioni di Leonardo.

Interessantissima visione a tutti voi.

 

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06 Mostre I Disegni di Leonardo a Venezia catalogoLeonardo da Vinci:

l’uomo universale

Dall’1 settembre al 1 dicembre 2013

 

Venezia

Gallerie dell’Accademia

 

Orario:

dal martedì alla domenica

dalle 8.15 alle 19.15

lunedì dalle 8,15 alle 14,00

Ingresso:

intero 15€, ridotto 12€

Informazioni:

tel. 0415222247

Sito

http://www.gallerieaccademia.it/leonardo-da-vinci-luomo-universale

http://www.gallerieaccademia.org/news/leonardo-da-vinci-luomo-universale/

 

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 06 Mostre I Disegni di Leonardo a Venezia uomo V. 06 Mostre I Disegni di Leonardo a Venezia l.

Un déjà vu Enciclopedico

Eh no, non ci siamo, questa volta proprio non ci siamo. Frequento Venezia da più di dieci anni e con essa le varie Biennali d’Arte o di Architettura, anno dopo anno vengono chiamate con nomi più o meno accattivanti. Quest’anno la 55. Esposizione Internazionale d’Arte ha come sottotitolo Il Palazzo Enciclopedico. Il Palazzo Enciclopedico venne ideato da Marino Auriti, artista naif auto-didatta italo-americano, venuto a mancare nel 1980 e che nel 1955 immaginò un museo che avrebbe dovuto ospitare tutto il sapere dell’umanità, raccogliendo dalla ruota al satellite le più grandi scoperte del genere umano, mai attuato praticamente. Quest’anno, però, nell’Esposizione veneziana, non solo non si è riusciti nell’intento dell’Auriti, ma ancora peggio, infatti se un rimprovero deve essere fatto, questo va ai curatori in senso lato, non tanto a chi espone. Chi espone fa il suo mestiere bello o brutto che sia. I curatori, invece, dovrebbero fare il loro mestiere consapevoli delle esposizioni e/o errori del passato. Questa volta, lo dico con cognizione di causa, avendo visitato la Biennale. Non ho mai visto un ripetersi di déjà vu, passando da padiglione a padiglione, in quelle che vengono chiamate le partecipazioni nazionali.

Un’occasione persa, perché pur essendo queste Biennali (una volta definite d’Arti visive) un concentrato di una parte dell’avanguardia o della contemporaneità, pur essendo ormai da anni un affastellarsi di performance, installazioni, videoarte e altro (ormai la Pittura e la Scultura non esistono più in questi tanto agognati luoghi espositivi, o se esistono sono in piccola percentuale rispetto a tutto il resto che pare che non ci siano), questa volta è stato solo e unicamente un noioso ripetersi di cose già viste.

Lo so creare è difficile, essere innovativi pure, ma BASTA, BASTA, BASTA con le solite proiezioni video (tra l’altro per essere originali, ho visto anche i televisori che proiettavano video sistemati al suolo, per poterli vedere bisognava letteralmente sdraiarsi per terra). Basta con le performance, con le espressioni di natura concettuale posta all’estremo.

Cito a caso, dopo i vari Schifano, dopo il new dada e la minimal Art, l’Arte povera, la bodyart, Bill Viola, bisogna fare altro. Ma se questi sedicenti artisti non sanno, più di tanto, cosa inventarsi, che si ritorni a quella sana e pura espressione d’Arte coniugata attraverso il “fare” PITTURA o il “fare” SCULTURA. Infatti in questa edizione si passa da un Charles Ray dal suo iperrealismo fuori misura (l’immagine di una donna in tailleur alta almeno tre metri), a un Damian Ortega che riunisce, a cerchio e sospesi, tanti oggetti di vita quotidiana, alle sculture viste e riviste di Duane Hanson, a Enrico Baj, a un Gianfranco Baruchello, alle rocce sospese di Phyllida Barlow, per parlare solo di alcune espressioni ‘artistiche’ ripetute già nel passato. Non si scomodi, con questo, l’idea dell’Auriti perché si poteva benissimo dare spazio a cose già viste con del nuovo così da poterli mettere a confronto. Ma forse il nuovo non c’è? E se saltassimo un’edizione, per dare il tempo di produrre qualcosa di veramente originale e perché no, di un nuovo modo di concepire la pittura nel senso più materico del termine o di nuove forme della scultura?

Negli interventi di presentazione alla stampa Massimiliano Gioni, curatore la 55.Esposizione Internazionale d’Arte, domanda quale sia il mondo degli artisti?

Comunque v’invito lo stesso a vedere questa esposizione veneziana perché ciò che ho descritto è solo un parere personale.

Mi piacerebbe, infatti, essere INTELLIGENTEMENTE smentito. So apprezzare le critiche solo se motivate e con un senso proprio.

Auguri.

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55. Esposizione Internazionale d’Arte 2013

Il Palazzo Enciclopedico

Dal 2 giugno al 24 novembre 2013

Venezia

Giardini / Arsenale

Orario:

dal martedì alla domenica

dalle 10.00 alle 18.00

Ingresso:

intero 30/25 €, ridotto 22 €

Informazioni:

tel. 041/5218.828

sito web

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Biennale di Venezia Palazzo Enciclopedico Camille Henrot

Un catalogo da collezione

Di solito quando scrivo un articolo amo riportare, là dove ho la possibilità di farlo, impressioni anche sulla confezione dell’eventuale catalogo a testimonianza della mostra o dell’evento.
In questo caso mi vedo costretto nel fare un’eccezione: mi spiego.
Il catalogo in questione, dal titolo In Principio, fa parte del Padiglione della Santa Sede che per la prima volta espone alla 55° Esposizione d’Arte di Venezia.
Pur non avendo visitato ancora la Biennale, una volta che mi sono trovato, tra le mani, la pubblicazione del marchio FMR – Franco Maria Ricci ho capito subito cosa stessi toccando.
Io come voi conosco perfettamente le pubblicazioni di FMR. Questo è un catalogo che va oltre. Sicuramente apprezzerò ancora di più, una volta arrivato a Venezia, l’esposizione del Padiglione della Santa Sede.
Il volume che misura cm. 28×28, ha oltre centoottanta pagine e gli articoli e le splendide foto sono stampate su quella carta che l’editore usa da sempre. Quindi un catalogo che va al di là di un semplice catalogo, di un libro, oserei piuttosto dire un ‘oggetto’ non solo da conservare ma da tenere per sempre.
Le pubblicazioni, infatti, di Franco Maria Ricci, sono per sempre. Non hanno stagioni, non finiscono con la fine di un evento, ma anzi assumono ancora di più il loro valore proprio perché sono da collezione.
Il volume, a cura di Micol Forti e Pasquale Iacobone, si avvale di testi di Paolo Baratta, Gianfranco Ravasi, Antonio Paolucci, Micol Forti, Rosalia Pagliarani, Francesca Boschetti, Studio Azzurro, Alessandra Mauro e Lawrence Carroll.
Il piacere che ho avuto nello sfogliare la pubblicazione/oggetto di questa nota, è un piacere unico e mi permetto di consigliarne la visione a voi tutti.

05 Mostre Catalogo In PrincipioIn Principio
Padiglione della Santa Sede
55. Esposizione Internazionale d’Arte
della Biennale di Venezia 2013

€ 35.00

Un’Enciclopedica Biennale

Ad ogni edizione la Biennale Arte dilaga per i luoghi ufficiali e ufficiosi di Venezia e ogni volta arduo è offrire un ampio sguardo su ciò che viene proposto o che si affianca alle proposte per sfruttare l’occasione come vetrina personale. Ogni edizione si dipana in varie ambiti, come quello del Palazzo Enciclopedico, curato da Massimiliano Gioni, per un percorso di opere che spazia dall’inizio del secolo scorso ad oggi, dal Padiglione Centrale (Giardini) all’Arsenale.

Le opere di centocinquanta artisti, provenienti da trentotto nazioni, sono organizzate come un museo temporaneo per sviluppare un’indagine sui modi in cui le immagini sono utilizzate, per organizzare la conoscenza e per dare forma alla nostra esperienza del mondo.

Il Palazzo Enciclopedico indaga il desiderio di sapere e vedere tutto: è una mostra sulle ossessioni e sul potere trasformativo dell’immaginazione. Una “Wunderkammer” che si apre al Padiglione Centrale ai Giardini con una presentazione del Libro Rosso di Carl Gustav Jung, un manoscritto illustrato al quale il celebre psicologo lavorò per più di sedici anni, per poi articolarsi in un mirabolante susseguirsi di opere pittoriche e plastiche, senza escludere l’immagine in fotografie e video, performance e installazioni, calate in un labirinto di bestiari e tavole enciclopediche.

Un esempio è l’opera di Camille Henrot, realizzata, come spiega nel video, seguendo l’archivio del Smithsonian Institution di Washington, per uno studio dei miti della creazione delle diverse società.

Un diverso archivio è invece rappresentato dalle centinaia di sculture di creta di Fischli e Weiss, che forniscono un antidoto ironico agli eccessi romantici delle visioni più totalizzanti.

In questo gioco di conoscenze si inserisce la proposta di Cesar Meneghetti ospitato nel Padiglione del Kenya con il video “I/O _IO È UN ALTRO” realizzato nei laboratori d’Arte della Comunità di Sant’Egidio per indagare i confini della “normalità” con un processo relazionale e con dispositivi contemporanei, dopo aver coinvolto per tre anni a Roma più di 200 persone con disabilità mentale e proponendo il risultato nello spazio dell’isola di San Servolo, che dal 1725 al 1978 ha ospitato uno dei più grandi complessi di reclusione manicomiale del Veneto.

A questa 55 edizione sono presenti dei Paesi debuttanti: Angola, Bahamas, Regno del Bahrain, Repubblica della Costa d’Avorio, Repubblica del Kosovo, Kuwait, Maldive, Paraguay e l’esoticissima Tuvalu.

Inoltre la Città del Vaticano sarà presente per la prima volta con una serie di mostre ispirate al racconto biblico della Genesi, in tre nuclei tematici (La Creazione, affidata a Studio Azzurro; la De-Creazione, per cui è stato scelto il fotografo ceco Josef Koudelka; e la speranza insita nella Ri-Creazione, che trova espressione nella specificità dell’arte di Lawrence Carroll), raccolti sotto il titolo: In Principio.

Ad accogliere i visitatori nel Padiglione pontificio una serie di opere di Tano Festa sulla Cappella Sistina di Michelangelo.

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Biennale di Venezia Palazzo Enciclopedico Camille HenrotVenezia

Biennale Arte 2013

55. Esposizione Internazionale d’Arte

Dall’1 giugno al 24 novembre 2013

http://www.labiennale.org/it/arte/

 Biennale di Venezia Palazzo Enciclopedico Libro Rosso di Carl Gustav Jung

 Biennale di Venezia Palazzo Enciclopedico Studio Azzurro_ 3_Padiglione Santa Sede 1