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La Duchessa più amata dai Parmensi

mostre-magnani-rocca-interno-tersicoreLa mostra si inserisce tra le numerose iniziative per il bicentenario dell’arrivo di Maria Luigia d’Asburgo Lorena a Parma, animando un percorso alla scoperta di Neoclassicismo e Impero.

Come tutti i miti che si rispettino la figura di Maria Luigia d’Asburgo Lorena vive nella tradizione locale tra luci e ombre. In occasione dei 200 anni dal suo arrivo un grande progetto condiviso e diffuso su tutto il territorio ripercorre l’impatto (storico, artistico, culturale, urbanistico, gastronomico e non solo) del suo governo e la percezione di oggi.

Nessun intento nostalgico o celebrativo ma il saper coglier la straordinaria opportunità di riflettere sull’innegabile influenza di un’identità culturale radicata in un contesto più che mai vivace ed attento alla contemporaneità.

Parma Città creativa Unesco per la Gastronomia si avvia verso i 2200 anni dalla sua fondazione romana con una proposta adatta a tutti piccoli e grandi, cultori e semplici curiosi per un 2016 tutto da vivere.

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logo-maria-luigiaL’ETÀ DI MARIA LUIGIA
Duchessa di Parma
Sino all’11 dicembre 2016

Fondazione Magnani Rocca
via Fondazione Magnani Rocca 4
Mamiano di Traversetolo (Parma)

Orario:
dalle 10.00 alle 19.00
(la biglietteria chiude alle 18)
lunedì chiuso

Ingresso:
€ 10,00 valido per le raccolte permanenti e per le mostre in corso
€ 5,00 per le scuole

Informazioni:
tel. 0521/848327 – 848148
Visite guidate su prenotazione (per gruppi)

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Le Periferie dell’Arte

mostre-centro-culturale-aldo-fabrizi-ritorno-a-portonaccio-loLa nuova stagione dello spazio espositivo del “Centro Culturale Aldo Fabrizi” di Roma si apre, il 30 novembre prossimo, con tutti i crismi della dimensione attuale e le relazioni con il passato che non riguardano solo la “verità” espressa dalla poesia di Elio Filippo Accrocca ma interessano l’universo di una certa periferia romana: Portonaccio, la scuola del cosiddetto gruppo di Portonaccio, Pietralata e Pasolini, il gruppo del Presenteismo al Malafronte. Con questa connessione, questa sorta di rinascimento, l‘evento messo in essere, diventa reale e si proietta verso i traguardi dello spirito, ove sono racchiuse emozioni ed altre forme di oggettività tangibili. Pertanto, l’omaggio al poeta di Cori attraverso l’arte e le relazioni di numerosi artisti diventano l’argomento centrale che si ricongiunge al tempo ed allo spazio di Accrocca con un dialogo lineare su cosa è l’arte e cosa può essere la vita umana nell’arte. Da un’osservazione e una riflessione attenta, intensa, partecipativa, emergono le stratificazioni dei simboli e dei significati celati e svelati nella struttura ritmica delle parole e dei versi di “Portonaccio” prima e “Ritorno a Portonaccio” poi, portatrice di una condizione sociale sublime del pensiero, sul ritorno e sulla rinascita vitale.

Luoghi della meditazione diventano pertanto un ponte, un orizzonte, una ferrovia, un gruppo, la cosiddetta scuola di Portonaccio, Buratti, Muccini, Omiccioli, Pinata, Urbinati, Vespignani, Zianna, che cattura dalla poesia forme geometriche, ombre e colori che nel corso delle stagioni affiorano e si organizzano.

La forza di questa mostra va oltre, come lo scorrere delle acque di un mostre-centro-culturale-aldo-fabrizi-ritorno-a-portonaccio-s-ziannafiume e ci porta agli anni 80, al Centro Socioculturale del Malafronte e al Presenteismo ed alla poetica di un manifesto firmato da Piccinini, Signoretti, Fiorentini, Coppeta, Meconi, Teofani, e Levratti, Carcassonne, Gentile, Ochoa che si espande con le idee successive che sfoceranno in “Controcorrente, Prospettive Presenteiste” di Bruno, Campanella, Lombardi, Laura Turco Liveri, Vaglica, Quintini.

La mostra a questo punto si anima e prende vita, si fa comprensibile dimostrando che la bellezza è a portata della quotidianità e può avere la forma lineare, variabile, per una dialettica tra spazio e percezione, tra l’idea e la sua funzionalità. Indimenticabili le opere e gli artisti che con il territorio, amato da Elio Filippo Accrocca, hanno avuto punti di contatto, come Ennio Calabria e Salvatore Provino (affreschi nella sede della sezione ex PCI di San Lorenzo), Franco Mulas, Enrico Benaglia, Bruno Canova, Oliviero Rainaldi, Bruno Ceccobelli, Maria Grazia Dardanelli, Osvaldo Sabene e Turi Sottile. Guardando dal ponte s’intravede il possibile orizzonte che si apre ad una nuova vita, al ritorno: una conversazione tra l’artista, lo spazio ed il visitatore in cui le memorie di uno vengono a coincidere ed a confondersi nella percezione dell’altro.

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mostre-centro-culturale-aldo-fabrizi-ritorno-a-portonaccio-r-mafaiRITORNO A PORTONACCIO 2
Omaggio al poeta Elio Filippo Accrocca

Dal 30 novembre 2016 al 15 gennaio 2017

Centro Culturale Aldo Fabrizi
via Treia 14 (via Corinaldo)
Roma

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Le legioni romane sconfitte dai “marines” americani

adn-lmb-le-legioni-romane-sconfitteAscolto allibito durante uno dei tanti “quiz” a premi la stupefacente risposta di un concorrente (adulto, serio) alla domanda: “A quale popolo i romani devono la sconfitta detta poi proverbialmente delle forche caudine?”.
Il concorrente, incerto e compassato risponde: “… Agli americani?”. Ora, non contesto la libertà di essere miserevolmente ignorante (poteva almeno rispondere genericamente; i cartaginesi, gli egiziani, o altri popoli dell’antichità), in tal caso costui se ne resti tranquillamente a casa, ma come si può arrivare a vertici così grotteschi di totale insipienza?..
C’è da dire che questo episodio non è affatto isolato: in altre occasioni ho udito altre inarrivabili meraviglie che qui non dico…
Anzi no, vi delizio di un ricordo personale: ai tempi dell’Accademia di Belle Arti (corso di scenografia teatrale!) uno studente affermò, a proposito di Shakespeare, trattarsi di un famoso scrittore francese!…
Ma torniamo al nostro concorrente.
Se penso ai quiz d’altri tempi da “Lascia o raddoppia” in poi, in cui specialisti e ferratissimi individui stupivano ammirati dall’italico pubblico televisivo con risposte precise e pertinenti a domande complesse e tortuose!
Altri tempi. Anche nel campo leggero e disimpegnato del quiz si assiste allo sprofondare qualitativo sia delle domande (facili, spesso facilissime) sia delle risposte talmente assurde e inadeguate da far pensare che si è arrivati a profondità di ignoranza ormai abissali. Eppure….. questa è la domanda da porsi, eppure…. come può giustificarsi tanta tragica grossolana ignoranza nell’epoca gloriosa di internet che mette a disposizione di tutti (chi non possiede un computer, un tablet, uno smartphone?) una possibilità infinita di conoscenza storica, letteraria, musicale, geografica, scientifica? Chiunque può con un clic trovare risposta pertinente e precisa praticamente a tutto!.. Che uso dunque si fa di questi preziosissimi mezzi?
A che serve avere sottomano l’uso di questa immensa biblioteca planetaria se poi non c’è alcun interesse o volontà o anche curiosità di aprirla?… Dunque, beati i tempi della faticosa ricerca cartacea tra pesanti enciclopedie, rarità libresche, manuali, fino alle pur corrive letture “popolari”!
A che servono le straordinarie innovazioni tecnologiche se si sguazza nella bestiale innocenza della più totale ignavia?…
Ci viene data la possibilità di salire sulle nuvole, ma la volontà si aggira purtroppo nelle buie e tiepide caverne primordiali, una specie di materno grembo protettivo che deresponsabilizza totalmente il cosiddetto “comune” individuo da qualsiasi apertura mentale……
Cosa diceva il povero Dante?:”Fatti foste non per vivere come bruti, ma….. ecc. ecc.”

Dove, forse, fu martirizzato San Pietro

chiese-san-pietro-in-montorio-img_20161114_162452 Secondo la tradizione l’Apostolo fu crocifisso nell’Ager Vaticanus, praticamente dove ora sta la Basilica, ma una leggenda secondaria lo da invece ucciso in una parte del Gianicolo in seguito definita Mons Aureus da cui prende il nome la chiesa di San Pietro in Montorio.

L’edificio inizia ad apparire nelle fonti intorno al X secolo e poi è più volte citato nei passaggi di proprietà da un ordine religioso all’altro; nel 1472 Papa Sisto IV lo concesse alla Congregazione Francescana del Beato Amedeo da Silva che fece demolire la chiesa iniziando la costruzione di una nuova attraverso l’opera di Baccio Pontelli. o più verosimilmente di Meo del Caprino, e con il finanziamento di Isabella di Castiglia e Ferdinando d’Aragona, coniugi e Reali di Spagna, che assunsero il patronato del complesso monastico. Durante il pontificato di Papa Alessandro VI, nel 1500, la chiesa fu consacrata ma i lavori continuarono per un intero secolo.

L’edificio sacro subì danni durante l’occupazione francese di Roma in età napoleonica e successivamente nei combattimenti del 1849 tra le truppe francesi del Generale Oudinot e le forze della Repubblica Romana guidate da Garibaldi.

Nel 1876 il governo italiano concesse chiesa e monastero al Regno di Spagna che vi collocò la Reale Accademia di Spagna, la residenza dell’ambasciatore e il Liceo Cervantes, istituzioni tuttora operanti.

La facciata della chiesa, di fine ‘400, in bianco travertino è visibile da molte zone della città; è divisa in due parti, con in alto un rosone, e scompartita nella parte inferiore da quattro paraste, sul portale campeggia lo stemma marmoreo dei Re di Spagna.

L’interno è a navata unica con cinque cappelle, di varie dimensioni, per lato. La prima a destra è decorata da un affresco ad olio su muro rappresentante la “Flagellazione” opera notissima di Sebastiano del Piombo, nella cappella successiva campeggia un affresco, trasportato dall’esterno, con l’effigie della “Madonna della Lettera” attribuito a Nicolò Circignani detto il Pomarancio.

La terza contiene dipinti del ‘700 mentre sull’altare della quinta il Vasari dipinse la “Conversione di San Paolo”; nel transetto grande cappella con le tombe del padre e dello zio di Papa Giulio III del Monte con statue scolpite da Bartolomeo Ammannati.

Sull’altar maggiore campeggiava fino ai primi anni dell’800 la grande pala della “Trasfigurazione” di Raffaello; fu fatta asportare da Napoleone, riportata a Roma nel 1816, dirottata nella Pinacoteca Vaticana e sostituita da una copia dipinta dal Camuccini del quadro di Guido Reni la “Crocifissione di San Pietro”. Sul retro dell’altare era stata posta la tomba di Beatrice Cenci che fu purtroppo distrutta dai soldati francesi nel 1798.

Notevole nella terza cappella di sinistra il dipinto di Antoniazzo Romano “S. Anna, la Madonna e il Bambino” mentre la seconda è opera, della metà del ‘600, del Bernini a cura e spese della famiglia Raymondi.

La prima a sinistra è stata dipinta a fine ‘500 da Giovanni De Vecchi. A fianco della chiesa il chiostro del convento che presenta su di un lato delle lunette affrescate.

Al centro il bellissimo ed armonioso tempietto rotondo del Bramante, chiese-san-pietro-in-montorio-img_20161114_162646è a pianta circolare contornato da dodici colonne doriche ed è sovrastato da una cupola a costoloni: l’interno è diviso in due parti, nella superiore una statua cinquecentesca di S. Pietro, nell’inferiore episodi della vita del Santo in stucco ed un foro che la devozione ritiene trattarsi del luogo dove fu infissa la croce dell’Apostolo.

Nell’interno dell’antico convento un altro chiostro con lunette affrescate con episodi della vita di S. Francesco. Nella piazza antistante la chiesa sorge una colonna sovrastata da una croce eretta a metà ‘600. Una strada a gradoni collega la piazza alla sottostante via Garibaldi, è decorata da una Via Crucis in terracotta policroma istallata nel 1957 in sostituzione di una precedente deteriorata.

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chiese-san-pietro-in-montorio-img_20161114_162602Chiesa di San Pietro in Montorio
piazza di San Pietro in Montorio, 2 (Gianicolo)
Roma

Informazioni:
tel. 06/5813940
Sito web

Orario:
tutti i giorni ore 8.00-12.00 / 15.00-16.00

Messe:
Festivi ore 8.00 e ore 12.00
Durante la celebrazione della Santa Messa non è possibile visitare la chiesa

Per visite guidate di gruppo è obbligatorio un preventivo appuntamento telefonico

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Quando l’improbabile è prevedibile

trump-cw0lrc9xuaaokwiI media si sono sbizzarriti con l’elezione del 45° presidente statunitense, passando da una Trumpvata a Sotto un Trump, senza dimenticare la più banale: SuperTrump, ma un personaggio come Trump, che sembra uscito dal baraccone di Mangiafuoco, permetterà al Mondo di dimenticare la comparsa nel panorama politico italiano di Berlusconi e far intraprendere agli Stati uniti una strada inesplorata.

Alle hobby del cibo spazzatura e delle armi, delle camice di flanella a scacchi e delle chiacchiere da spogliatoi che Trump deve la sua elezione, perché la provincia americana, rurale e mineraria, si identifica con chi è sovrappeso e porta cravatte sgargianti, addenta hamburger e polli fritti, più che con delle belle ed eleganti persone che amano nutrirsi con sobria qualità.

Il modello di vita perseguito da Trump è di eccesso, con lo sfarzo illimitato e l’esorbitante quantità di lusso, declassa la Casa Bianca a dependance della sua Tower, dando un’immagine di se più simile ad un cafone arricchito che a uno statista che dovrà non solo sorreggere le sorti del Mondo, a dare concretezza alle valanga di parole per risollevare il ceto medio bianco, non istruito e gran lavoratore, magari anche sostenitori dei suprematisti bianchi, limitando tutti gli altri veementi sproloqui razziali a deportare non più di 11milioni di“clandestini”, ma soli 3milioni e solo per non lasciare le promesse delle parole da politico navigato.

Anche se dalle prime interviste che Trump ha rilasciano appare trump-cwzp4z4xuaqhcphaccomodante, la sua vittoria sta spingendo centinaia di statunitensi a prendere in considerazione l’emigrare in Canada, come l’attore e rapper Snoop Dogg, ma altri meno famosi di Barbra Streisand o Robert De Niro pensano all’Europa ed ecco la Svezia che la Great Trump Escape raccoglie domande per trovare un lavoro in Europa e lasciare gli Usa per allontanarsi dall’arroganza e dall’intolleranza di un imprenditore e personaggio televisivo statunitense, convertito alla politica per occupare la poltrona di  presidente degli Stati Uniti d’America.

Qualche governante ed esponente politico esulta, altri rimangono perplessi, se non addirittura sgomenti, ma per ora è certo che l’elettorato statunitense ha posto in vetta al Mondo un presidente che ha sconquassato l’establishment ed ora destabilizzerà gli equilibri geopolitici e la risposta fluttuante dei mercati finanziari ne è stato il primo sintomo, non solo mettendo di fronte alla vulnerabilità dell’Unione europea e al dilemma di frantumarsi o fare un vero e proprio passo in avanti verso la Federazione degli stati europei, ma soprattutto cambiando atteggiamento verso la Russia, più che verso la Corea del nord, per una cooperazione nella lotta al terrorismo.

trump-cw5jwgbwgaakfewTrump ha ventilato, durante la campagna elettorale, un disimpegno statunitense dal ruolo di poliziotto dell’ordine mondiale e dalla Nato come sua emanazione, mettendo l’Europa davanti alla prospettiva di maturare, lasciando da parte i nazionalismi, per pensare seriamente a una difesa integrata europea.

La questione ucraina non sembra essere fra le priorità della nuova presidenza statunitense, come il non condividere la posizione provocatoriamente muscolare dei paesi baltici verso la Russia, per non irritare ulteriormente Putin.

Solo pochi giorni dopo la vittoria di Donald Trump ecco le elezioni in Bulgaria e Moldavia che svelano un crescente spirito filorusso tra i membri e gli aspiranti all’Unione europea, forse per invocare governi forti e autoritari o solo per convenienze economiche. In entrambi i casi non riescono a trovare nell’Europa delle risposte per un futuro rivolto ai cittadini europei, più che alle banche e ai poteri finanziari, sposando gli equilibri nei Balcani tra l’Occidente e la Russia.

Con il suo primo discorso come neo eletto è sembrato meno esagitato, promettendo di essere il presidente di tutti, ma riuscirà a superare la sua misoginia, per esserlo di tutte quelle persone che ha deriso e umiliato durante tutta la campagna elettorale?

Trump continua a dare “Un colpo al cerchio e uno alla botte”, ammettendo al circolo trumphiano il moderato Reince Priebus come capo dello staff, mentre tra i consiglieri trova posto un personaggio conosciuto per le sue posizioni di destra, ben espresse dalla sua vicinanza al sito Breitbart News noto per diffondere notizie false e razziste, qual è Steve Bannon.

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Qualcosa di più:

Ue e la Brexit

Europa: Le tessere del domino

Siria: due coalizioni tra decisioni e desideri

Europa: i nemici dell’Unione

Russia: dalle sanzioni al tintinnar di sciabole

Europa: la confusione e l’inganno della Ue

Tutti gli errori dell’Unione Europea

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